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12 novembre 2009

Polliwog

rebeccaSe non avessi visto un’immagine di come è effettivamente fatta una polliwog, credo avrei chiamato mia figlia così. Polliwog oltre a essere una parola stupenda, è anche una rivista, online. Sì, un’altra. Ma questa è speciale, è bellissima. Non riesco a trattenere l’entusiasmo, davvero!

Rebecca Rijsdijk l’ha fondata nel 2008, ed esce più o meno due volte l’anno, appena è pronta viene pubblicata, senza date precise o scadenze severe. Lo scopo? Dare spazio a gente brava, che fa delle belle foto da poco tempo, facendo così felici noi tutti che guardiamo, perché, lasciatemelo dire, la selezione è davvero fatta bene. Cioè, per intenderci, avete in mente i 500 e passa cuoricini che avete regalato a Steven Beckley? Ecco, tutto torna.

Non c’è granchè da commentare, ma tanto tanto da guardare. Aggiungo solo due cose: primo, che tutti i testi sono di Victoria Schilperoort, e poi che se eventualmente voleste mandare dei vostri lavori a Polliwog, Rebecca preferisce che li pubblichiate sul flickr della rivista. Ah, ultima cosa. Sfogliando i quattro numeri ho letto quasi esclusivamente nomi tipicamente nordici, o americani, tranne uno: Giorgio Bagnarelli, da Arezzo. Io sono stata contenta.

24 luglio 2009

Chris Ware

Chris Ware - Superman SuicideLa prima volta che ho visto qualcosa disegnato da Chris Ware è stato quando mi è capitato tra le mani il numero 13 di McSweeney’s. Lui ha curato l’edizione e ha disegnato la copertina (chiuso, aperto). Colpo di fulmine. Così sono andato a cercare altre cose fatte da lui, ho trovato molte tavole su Google Immagini: molti colpi di fulmine. Poi ho trovato delle sue fotografie e non poteva che essere così: Chris Ware è un tipo timido, malinconico, che sembra sorridere solo per gentilezza perché gli si sta facendo una foto. Ho scoperto che, quando The Independent on Sunday ha deciso di pubblicare alcune sue tavole, ha scritto un’introduzione in cui si scusava in anticipo per “le lettere rabbiose e gli abbonamenti cancellati” che la pubblicazione del suo lavoro avrebbe portato, consigliando che, se non gradito, il giornale può essere usato anche per impacchettare il pesce. Continua a leggere

24 luglio 2009

Anorak

summer07_issue3_spread32 ANORAK è una rivista per bambini. Una di quelle riviste per bambini che comprano i grandi però; la comprano le sorelle o i papà, la sfogliano probabilmente fumando una sigaretta, e poi, eventualmente, la passano ai piccoli.

Io l’ho scoperta per caso in una libreria a Berlino, e ne sono rimasta folgorata. Esce quattro volte all’anno e in ogni numero viene sviluppata una diversa tematica: l’acqua, la paura, i viaggi, il cioccolato o le biciclette. È indirizzata ai bambini, quindi il tutto è affrontato in modo giocoso, colorato ed estremamente educativo, con la tendenza a trasmettere positività e allegria.

Racconti, ricette, pagine da colorare.. tutto è illustrato e raccontato da alcuni degli artisti più fichi e pop del momento: si parla di collaborazioni con Laura Ljungkvist, Steve Harrington e Jeremyville.

In Italia pare non si trovi ancora, ma online è piuttosto semplice ordinarla.

P.S. Parlando di oggetti per bambini che piacciono ai grandi, guardate questo libro di Dallas Clayton, An Awesome Book! il cui titolo è assolutamente veritiero.

Ah Clayton oltre a questo libro record di vendite, ha fatto anche una borsa e una maglietta molto molto carine: sold out, ma dice che tornerà presto con quelle nuove.

22 luglio 2009

Romance

romanceduefiori1Vagavo su Amazon e mi sono imbattuta nel nuovo libro di Chris Craymer, Romance, e l’ho comprato. L’ho comprato perché se di Chris Craymer sapevo solo che è un fotografo inglese i cui lavori sono apparsi sia sulle più importanti pubblicazioni come i diversi Vogue e Harper’s Bazaar, sia sul locale Rodeo, guardando alcune immagini del libro e leggendo un articolo su di lui, ho scoperto la sua totale fiducia nell’amore romantico.

In otto anni di lavoro Craymer ha scattato 130 immagini di coppie innamorate, in diversi momenti e livelli di intimità. Benché quasi tutti i protagonisti siano modelli, con i rispettivi partner, fotografati in situazioni prestabilite e pianificate, la naturalezza e la bellezza delle coppie non è in nessun modo intaccata. Il tutto è reso ancora più speciale dal fatto che non c’è della moda nelle foto, ma apparentemente tutti hanno un ottimo gusto e basta.

Il suo fine ultimo quando lavora? “I just want to take emotional pictures that bring joy!”, che poi è esattamente quello che piace vedere a me. Enjoy!

19 giugno 2009

Nomi, cose, città

Nomi, cose, cittàNomi, cose, città è una raccolta di saggi narrativi di Arnaldo Greco. Un — come recita il sottotitolo scelto dalla casa editrice Fandango — viaggio nell’Italia che compra. Pur appiattendo in parte il lavoro complessivo la definizione dà una buona indicazione di massima su quello che troverete leggendolo: un folle centro commerciale costruito a Napoli, i meccanismi che trasformano un neonato in consumatore prima ancora della sua nascita, le schermaglie tra frutta italiana e importata, le contraddizioni e gli inciampi dell’alimentazione equosolidale, il gioco d’azzardo e l’informazione online, le sortite oltre confine dei friulani alla ricerca del risparmio sloveno. 

Il libro è un buon libro che riempie: con voce ferma e ironica il giusto, stupisce soprattutto la quantità delle informazioni che non sappiamo. Greco ci fa fare un giretto per l’Italia mostrandoci, ancora una volta, ancora di più, quanto il paese o più in generale il mondo in cui viviamo abbia lati nascosti, incredibili, spesso inquietanti.

Online potete comprarlo qui.

24 maggio 2009

La camera chiara

Roland BarthesLa camera chiara di Roland Barthes è uno di quei pochi libri che mi ritrovo a rileggere più o meno una volta all’anno. A volte rileggo solo qualche pagina, altre volte tutto. A volte guardo solo le foto. Perchè La camera chiara è una raccolta di note sulla fotografia. Ma non è una cosa tipo “il Grande Semiologo si confronta con l’Arte della Fotografia”. È più simile Continua a leggere


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