Articoli principali

6 giugno 2012

Suono = dati. Cosa significano i rumori dei vecchi modem?

Internet ha un suono. O, meglio, ne aveva uno prima dell’avvento delle ADSL e dei loro modem silenziosi e sempre connessi.
Alexis Madrigal, senior editor dell’Atlantic, ricorda in un articolo il rumore, simbolico e unico, dei vecchi modem che si connettono a internet. Scrive: «all’inizio […] c’era il suono e il suono era già dati». E cita il giornalista esperto di informatica Glenn Fleishman:

Quella che sentite [mentre il modem apre una connessione] è una tecnologia del 20° secolo che viene incanalata in un network del 19°. Un network progettato per trasportare il rumore che fanno i muscoli mentre muovono l’aria [la voce umana] che diventa in grado di trasmettere qualcos’altro. Nello specifico qualsiasi altra cosa sia codificabile in 0 e 1.

Visto che i suoni sono dati e che i dati hanno un significato, Alexis si è chiesto che funzione avessero quei rumori. Così, ha chiesto aiuto online. Miso Susanowa (creatrice di una BBS, le antenate di internet) gli è venuta in aiuto e finalmente abbiamo la soluzione.

Abbiamo preso le spiegazioni di Alexis e le abbiamo tradotte in italiano. Cliccate play per avviare il distributore di nostalgia.

5 giugno 2012

Chiacchierando con le web star degli anni Novanta

Inaugurata da The Awl, The Back Button è una serie di ottime interviste che il giornalista Mark Allen sta dedicando alle dimenticate web celebrity degli anni ’90, quando internet era piccolo e lento e ancora non si sapeva bene cosa farne.

Il primo ad essere intervistato è Rob Cockerham, uno dei primi web pranker. Rob è un iperattivo mattacchione di Sacramento con troppo tempo libero e altrettanti amici che lo assecondano volentieri. Gli piace inventarsi roba inutile, fare scherzi in giro per la città e immergersi in lunghi esperimenti senza senso. Nel 1997 decide che il mondo deve vedere quello che fa e si inventa Cockeyed.com, un sito in cui pubblica foto e racconti delle sue trovate. Qui, ad esempio, spiega passo passo i suoi tentativi per creare della schiuma calda volante, qui come fare delle scarpe con le molle sotto le suole e qui c’è una serie di 53 puntate dedicata a “quanto ce ne sta” (ad esempio, quanta crema bianca c’è in una confezione di Oreo). Continua a leggere

26 maggio 2012

La storia di tutto quanto dall’inizio

Una parola che si impara al primo giorno di Letteratura Italiana in qualsiasi università è fabula. La fabula (a volte chiamata anche trama) è quella cosa che si contrappone all’intreccio, la serie di eventi che si presenta nella storia per come ci viene raccontata. La fabula, se vogliamo, è la cronologia della storia che stiamo leggendo o ascoltando. Continua a leggere

18 maggio 2012

Kidult contro Marc Jacobs: come trasformare una vetrina imbrattata in una pubblicità perfetta

Kidult è un writer francese che fa tag giganti usando un estintore. A differenza di altri, per guadagnarsi popolarità e denaro, concentra i suoi interventi sulle vetrine dei grandi brand della moda. Ha distrutto a getti di vernice Hermès, Supreme, Colette, Louis Vuitton, Kenzo e molti altri. L’ultimo della lista è un monomarca di Marc Jacobs a Londra, che si è trovato pochi giorni fa la scritta ART, enorme e colante, su tutta la superficie esterna del negozio. Continua a leggere

10 maggio 2012

Spulciare i dischi di John Peel

Quando scompare uno scrittore, appassionati e studiosi vanno alla ricerca della sua libreria: la vogliono consultare, vogliono leggere le sue annotazioni, perché le letture e i commenti sulle stesse dicono molto a proposito delle influenze di un autore, riempiendo talvolta i buchi fra un romanzo e un altro. Questa è una parte degli studi letterari che non troppo tempo fa abbiamo visto applicata a Herman Melville e a David Foster Wallace con l’aggiunta di una prospettiva pop, perché disponibile online anche a chi era mosso più dalla curiosità che da una prospettiva accademica, fuori dalle stanze poco accessibili del “fondo-manoscritti” di una biblioteca. Continua a leggere

4 maggio 2012

Quello che vedono gli altri nelle vostre fotografie

Matt Richardson ha creato una macchina fotografica istantanea che al posto di stampare immagini stampa una descrizione testuale di quello che avete fotografato. Si chiama Descriptive Camera e per funzionare si appoggia a Mechanical Turk, un progetto di Amazon che permette di distribuire un compito semplice su un vasto network di persone. L’immagine scattata sarà spedita agli utenti del servizio che si occuperanno di farne una descrizione in cambio di un piccolo pagamento. Una volta completato il compito, il testo ritornerà alla macchina fotografica dove sarà stampato. Continua a leggere


Materiale fotografico e immagini, salvo dove diversamente indicato, è da intendersi di proprietà degli autori citati.
Progetto grafico e sviluppo a cura di Guido Tamino. Un grazie a WP.


Chi siamo | Contatti | Feed RSS