Articoli principali
3 novembre 2010
Dipingere e uccidere su un foglio bianco
Se siete dei veri fan di videogames forse avrete già sentito più di una volta parlare di White nei mesi scorsi, durante la fase di work-in-progress.
In realtà uscito ufficialmente solo la scorsa settimana, in free download, White è un videogioco (FPS-First Person Shooter, per la precisione) per PC Windows in cui il punteggio è basato sul giusto mix di violenza e creatività da parte del giocatore. Continua a leggere
29 ottobre 2010
Ed ecco il nuovo Myspace
MySpace è un servizio on-line nato nel 2003 che con i suoi cento milioni di iscritti ha dominato per molto tempo l’impero nascente dei social network. Le ragioni che hanno permesso a Facebook di ferire mortalmente MySpace, relegandolo ad essere una piattaforma imperfetta e mediocre dedicata alla musica, si possono riassumere essenzialmente in un’espressione: architettura dell’informazione. Continua a leggere
25 ottobre 2010
Quei maledetti che lanciano le mode
Mi trovo sempre in conflitto con me stesso (o con i compagni di gruppo, che è peggio) quando giunge il momento di decidere che stile dare al progetto grafico a cui sto lavorando. Comincio così a bazzicare tra i vari blog in cerca d’ispirazione; a seconda del periodo è facile identificare quelle quattro o cinque tendenze che dilagano e influenzano la resa di buona parte dei lavori in circolazione. Capita a volte che uno di quegli stili mi piaccia e allo stesso tempo sia funzionale ai fini del mio progetto. Che fare? Mi ispiro a quello o tento di creare qualcosa di nuovo, nei limiti del possibile? Da un lato penso alla miriade di portfolio di studenti londinesi saturi di roba, graziosi ma quasi indistinguibili l’uno dall’altro; poi però ricordo le parole di un navigato Sagmeister: se ha senso usare quello stile per quale ragione non dovresti farlo? E quindi ancora, in loop: tento di spiccare o mi conformo a fin di bene? Continua a leggere
11 ottobre 2010
I dieci consigli di Milton Glaser
Di Milton Glaser aveva già parlato a fondo Guido parecchio tempo fa, ma ieri mi sono imbattuto in un estratto di un suo discorso del 2001 agli AIGA Talk di Londra (lo trovate qua) che può andare a integrare ciò che è già stato detto e che vale davvero la pena di leggere. Si tratta di una lista di dieci cose che il grande designer ha imparato lungo la sua carriera, consigli che possono tornare utili a chi è, sarà o ha intenzione di diventare designer — ma anche agli ingegneri non farebbero male. Qui Glaser torna su temi come il “just enough is more” e le responsabilità etiche del comunicatore, ma parla anche di stile, gente tossica e narcisismo arricchendo il tutto con aneddoti tratti dalla sua vita. La vita di Milton Glaser. Brividi.
[...] what is required in our field, more than anything else, is the continuous transgression. Professionalism does not allow for that because transgression has to encompass the possibility of failure and if you are professional your instinct is not to fail, it is to repeat success. So professionalism as a lifetime aspiration is a limited goal.
8 ottobre 2010
Finalmente un archivio di copertine ben organizzato
Ho scoperto ieri un nuovo sito che raccoglie copertine di libri. Lo segnalo perché questo archivio non è uno dei soliti confusionari e acritici siti che raccolgono copertine di libri. È un sito che si presenta bene ed è organizzato ancora meglio: è possibile consultare la collezione per art director, per carattere tipografico utilizzato, per scrittore, per genere letterario e per molti altri filtri di ricerca.
Ovviamente questo significa che i libri sono ben categorizzati fin dal principio, quindi anche se decidessimo di navigare casualmente attraverso la collezione potremmo poi sceglierne uno e scoprirne tutti i dettagli, oltre che commentare e andare dritti su Amazon. — Via Finzioni Magazine
5 ottobre 2010
Infinite Jest in un’infografica
Son di fretta, ma non è che ci sia molto da dire. Infinite Jest è il maxiromanzo di David Foster Wallace, lo scrittore morto suicida poco più di due anni fa a cui molti — e anch’io — vogliono un bene dell’anima. La storia del libro è irraccontabile, quindi il tentativo di unire i puntini tra i personaggi con un’infografica è comunque encomiabile (e si fa perdonare un errore come Kate Compert in alto a dx). Qua la versione in grande. — Via