23 maggio 2012
Canzoni da ascoltare solo in random
Music for Shuffle, un esperimento per la musica del ventunesimo secolo
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4 luglio 2012
Con rare, eccellenti eccezioni, come il caso di Kahane, l’uso dei tablet e delle partiture elettroniche resta però limitato per ora a lavori di piccola scala. “Non escludo che nelle grandi produzioni musicali il cartaceo sia più comodo”, dice Francesco Vizioli, direttore d’orchestra, musicologo e docente di direzione presso lo storico Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. «È il maestro il primo a porre una certa resistenza: quali sono i vantaggi di un tablet? Come archivio e per le emergenze: per il resto non vede vantaggi. Bisogna ricordare che quello del musicista è un tipo di lavoro molto parcellizzato nel tempo; giorni di lavoro intensissimo per produrre un’ora e mezzo di spettacolo, e poi si cambia repertorio. Il tablet è comodo per il direttore artistico e il direttore, per avere il repertorio con sé e non trascinarsi dietro tutte le partiture».
Intanto, l’uso di partiture elettroniche ne riporta in vita altre ormai dimenticate che tornano accessibili in formato digitale. Mentre nei secoli passati la sopravvivenza della musica scritta era affidata alla competenza dei copisti e alla lungimiranza di mecenati, appassionati e promotori di salotti musicali, internet fa oggi la parte del leone. «La musica della ‘pagina digitale’ si sta facendo largo nella coscienza di un pubblico più vasto e al passo con lo sviluppo delle nuove tecnologie», dice Norman Ryan. «Le possibilità di rinascita e riscoperta in tutti i segmenti della storia della musica sono illimitate».
Con la digitalizzazione su larga scala degli archivi delle biblioteche musicali, ogni ensemble di musica antica può per esempio trovare in rete materiale prima relegato in scaffali polverosi, spesso mai eseguito. Noti archivi pubblici sono quelli offerti in rete dalle biblioteche italiane e dalla British Library. Come spiega Vizioli: «Tali archivi svolgono un ottimo servizio sul triplice fronte della didattica, della divulgazione e dell’aggiornamento professionale dei musicisti in carriera, velocizzandone ad esempio i tempi di ricezione e di analisi dei brani da eseguire». Ma ammonisce: «La sopravvivenza della musica classica risiede soprattutto nell’esecuzione e non nell’edizione. È però indubbio come, dal punto di vista della musica scritta, con gli archivi elettronici sia possibile un confronto tra edizioni altrimenti difficile se affidato al singolo e, nel caso di revisioni, tra la partitura, ovvero lo spartito che il direttore ha sul leggio, e le parti d’orchestra».
Un’altra utile risorsa è l’International Music Score Library Project, che raccoglie migliaia di spartiti non più coperti dal diritto d’autore. L’archivio digitale di IMSLP si è trovato occasionalmente costretto a sospendere le proprie attività per i capricci di editori o di società degli autori, come è accaduto per esempio quest’anno con la Music Publishers Association, la SIAE britannica. In tali occasioni, molti musicisti hanno dovuto ricorrere ai noleggi o sono tornati a scambiarsi partiture. Soltanto questa volta si è trattato in molti casi dello scambio di copie elettroniche, richieste via Facebook e inviate per email, che sembrano diventare sempre più la regola. «Adoro IMSLP e lo uso spessissimo», racconta Timothy Andres. «Posso trascorrere tre o quattro ore ininterrotte scaricando spartiti sul mio iPad e suonandoli uno dopo l’altro. Non mi accorgo nemmeno del passare del tempo. Se sparisse, sarebbe davvero una tragedia». Nella sfida per mantenere viva la musica classica, può quindi più il silicio che la carta? «Gli archivi digitali e il contributo di appassionati e benefattori non sono mutuamente esclusivi. Abbiamo ancora bisogno dei nostri mecenati, ora più che mai, ma non si può non vedere come uno sviluppo positivo la crescente accessibilità della musica; e della musica classica in particolare».
Crediti: la prima, bellissima, foto è di phr3qu3ncy. Poi ci sono delle immagini dell’applicazione per iPad Medley e, alla fine, una foto di Jason Weinberger.
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