29 marzo 2012
Documentario sul sushi migliore del mondo
Un film su Jiro Ono e sul suo ristorante, dove bisogna prenotare con un anno di anticipo
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24 aprile 2012
C’è un uomo, a Manhattan, che siede sulla soglia di quella che ha tutto l’aspetto di essere una bottega d’antiquariato. Dalla vetrina si può intravedere quello che c’è dentro: orologi, cappelli, statuette, soprammobili, persino un acquario. È sulla E 7th Street, tra la 1st Avenue e la Avenue A, nel mezzo dell’East Village, un luogo la cui forte identità controculturale è stata solo di recente smussata dall’arrivo dei newyorkesi più facoltosi. La E 7th Street è una placida via di vecchi edifici ben tenuti, con scale antincendio che si estendono come ragnatele su facciate di stucco e mattoni, tra negozi di abiti usati e ristorantini tradizionali.
Quando qualcuno fa per entrare nel negozio, l’uomo, con un sorriso, lo avverte che, in realtà, il negozio non è un negozio, ma la sua casa. In cui vive da più di trent’anni e in cui ha accumulato una gran quantità di oggetti, belli, strani, curiosi, tutti molto impolverati. Ogni visitatore è il benvenuto, ma nulla è in vendita. Quello che sembra il personaggio di un romanzo di Paul Auster è un vecchietto affabilissimo e pronto ad accogliere chiunque desideri visitare, anche per sbaglio, il suo personale museo.
Ha raccontato la sua storia, le sue interazioni con la gente del quartiere e l’amore per la sua sterminata collezione (soprattutto per il suo gatto) ai due filmmaker di Arrival Films, Kelsey Holtaway e Mark Cersosimo, in un delizioso minidocumentario di sette minuti.
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