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9 novembre 2010

La risposta alla brutta televisione è di tre lettere: AMC

Questa è una dichiarazione d’amore nei confronti del canale via cavo che ha ricevuto più dichiarazioni d’amore di tutti gli altri canali via cavo dall’Avvento di HBO in poi. Tutti voi, e in particolare gli ottimisti, dovreste conoscere vita, morte e miracoli (i miracoli sono facili da ricordare, ne ha fatti due, si chiamano Mad Men e Breaking Bad) di una rete che sta facendo un passo giusto dopo l’altro, migliorando la qualità della roba che vediamo in tv e soprattutto — occhio che il soprattutto è la parte fondamentale — aumentando i propri spettatori e di conseguenza le proprie entrate. Perché questa non è arte. E senza soldi si va a casa.

Ho detto che dovete imparare vita, morte e miracoli. Non stavo scherzando.

Vita
È la parte più bella. (No, non è vero, la parte più bella sono i miracoli). Iniziamo dalle basi: cosa vuol dire AMC? Vuol dire American Movie Classics, qualcosa che anche i meno attenti noteranno stridere con i motivi che hanno reso la rete famosa, le serie tv. Il motivo, come ci racconta gentilmente Wikipedia, è altrettanto facilmente intuibile: alla sua nascita, il primo ottobre 1984, AMC era un canale che trasmetteva solo vecchi film americani, quasi tutti precedenti agli anni Cinquanta, senza pubblicità. Quelli della rete sembravano volere proprio bene ai vecchi film, tanto da indire, nel 1993, un festival-maratona annuale per sensibilizzare sulla preservazione dei film con il sostegno della Film Foundation, un’associazione fondata da Martin Scorsese. Mary Lee Bandy, curatrice del MoMA nel 1996, ha definito il festival “il più grande evento pubblico per la preservazione dei film”.

Dopo anni di film in bianco e nero, nel 1996 è andata in onda la prima serie tv della rete, Remember WENN, su una stazione radio degli anni Trenta. La serie è piaciuta molto tanto ai critici quanto agli spettatori, ma è stata cancellata e sostituita (con The Lot, poi morta dopo 16 episodi) a causa di un cambio alla dirigenza della rete. Chicche per gli spettatori, tra un film e l’altro AMC — al posto delle pubblicità — mandava in onda vecchi trailer, pubblicità dei drive-in e video musicali d’epoca. Come non amarli? Se ci aggiungete che nel 1997 hanno creato Monsterfest (sospesa nel 2007 e poi sostituita dalla Fearfest, le cui differenze mi sfuggono), un’altra maratona annuale ma esclusivamente di film horror, beh, il gioco è fatto.

Pian piano anche AMC ha però dovuto vendere l’anima al diavolo (che negli anni Novanta era Nestlè, se non ricordo male), iniziando a inserire la pubblicità durante i film. Si sono pure buttati sul reality con Film Fakers, una specie di candid camera in cui dei poveri attori inconsapevoli pensavano per una settimana di essere stati presi per un ruolo importante in un vero film. Il New York Times ha definito il programma “uno dei più malvagi mai andati in onda”, per dire.

Quando le cose sembravano andare per un verso che ci piace così così, sono arrivati i miracoli. E, anche se vita, morte e miracoli si dice in quest’ordine perché suona meglio, i miracoli arrivano per forza prima della morte (ok, quella è l’eccezione che conferma la regola), quindi eccoli qua.

Miracoli
Prima vi ho detto che sono due, e invece sono tre (sorpresa!). Spero che i due già citati ormai li conosciate bene: Mad Men perché è la serie di cui si è più parlato negli ultimi anni — diciamo che ha vinto il Premio Tutti I Premi Che Esistono, ché non ho voglia di elencarli tutti — sui pubblicitari negli anni Sessanta, Breaking Bad perché ne abbiamo parlato anche qui, e siccome siete affezionati lettori eccetera eccetera. Due capolavori che stanno incredibilmente continuando a migliorare stagione dopo stagione.

Dopo le due suddette è apparsa Rubicon, e pure di questa ne abbiamo già parlato. Ora: io, purtroppo, per motivi di tempo sono ancora fermo alla seconda puntata, ma più o meno chiunque con cui parlo ha la stessa opinione sulla serie: inizio buono, fase centrale calante e bellissimo finale. Rubicon è una roba di misteri, e dalla quarta stagione di Lost in poi un po’ qualsiasi rete americana ha provato a trovare qualcosa che sostituisse la serie dell’ABC. Se gli altri tentativi sono stati tutti più o meno fallimentari, Rubicon è encomiabile anche solo per il modo in cui ha cercato di farlo: ritmi lenti, sia dal punto di vista narrativo che registico, approfondimento psicologico dei personaggi superiore a serie simili, e in generale tutta una patina di sto-guardando-una-cosa-di-misteri-che-non-è-solo-una-cosa-di-misteri che è da applausi. È stata rinnovata per una seconda stagione, e vedremo che piega prenderà. Niente, ho portato sfortuna: le prime voci sono state smentite e Rubicon è stato cancellato, non vedrà mai una seconda stagione. Peccato.

Il terzo miracolo — eccoci — non è stato tanto qualitativo quanto quantitativo. Dopo tre serie dall’identità forte, solo vagamente categorizzabili, AMC ha provato a entrare in un campo finora intonso: il genere. E lo ha fatto con The Walking Dead, una serie tv horror sugli zombie, tratta dall’adoratissimo fumetto omonimo di Robert Kirkman (incredibile, abbiamo parlato anche di questo! ma parliamo di un sacco di cose qui!), e data in mano a Frank Darabont, il regista de Il miglio verde, Le ali della libertà e — mi verrebbe da dire soprattutto — The myst. Come dicevo, il miracolo riguarda più i numeri che altro. Nonostante — almeno per quanto mi riguarda — la prima puntata sia decisamente bella, e in particolare nei suoi momenti più delicati e umani, la notizia l’hanno fatta gli ascolti: 5.3 milioni di spettatori per la prima puntata, un numero mostruoso per una rete via cavo della portata di AMC. Vi basti considerare che al milione di spettatori della prima stagione di Mad Men i capi di AMC hanno brindato ballando sui tavoli (non ho le prove, ma fidatevi), e sono stramazzati a terra dalla gioia con i due milioni della seconda stagione. 5.3 — con una perdita obbligata di neanche mezzo milione di spettatori per il secondo episodio — è, ripeto, un numero straordinario. Per fare un altro confronto, il pilota di True Blood di HBO fece 1.44 milioni di spettatori. (Aggiornamento: Luca, nei commenti, fa giustamente notare che HBO e Showtime si pagano mentre AMC no, il che spiega i numeri più alti; allo sparaflash! potete quindi eliminare dalle vostre menti quanto appreso nelle ultime cinque righe. Sparaflash!). AMC è corsa a ordinare un’altra stagione di The walking dead e adesso vedremo se i prossimi episodi — che non saranno girati da Frank Darabont — saranno all’altezza del primo.

Insomma, questi fanno bella, bellissima televisione, e diventano pure ricchi. Non devo dirvelo io che un sistema del genere si autoalimenta da solo. Per capirci: Matthew Weiner, il creatore di Mad Men, ha sbattuto contro un muro quando nel 2006 è andato a proporre la serie ai due canali più spericolati del panorama americano, HBO e Showtime (quelli di Dexter e Californication), che l’hanno rifiutata considerandola troppo sofisticata e poco commerciabile. È evidente che si sbagliavano: la gente non è stupida, e si annoia meno facilmente di quanto molti credano. Se una cosa è bella, la guarda.

Morte
No, dai. Per favore, no. Fate i bravi. Scaricate le puntate, e fin qua ok. Ma poi compratevi i cofanetti. O, che ne so, regalate il calendario di Mad Men alla vostra ragazza, il poster in serie limitata di The walking dead al vostro amico nerd e soprattutto il set di action figure pupazzetti di Mad Men a voi stessi: Don Draper (con cappello, borsa e impermeabile!) e Joan versione Barbie, non so se mi spiego.

Chiudo con il loro slogan, che l’anno scorso ha sostituito il vecchio Tv for movie people che vedete sopra: Story matters here, Qui la storia conta. E ora brindiamo a AMC, cento di queste serie. Che volete da bere?

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Ci sono 6 commenti

  1. Gibson Martini, grazie, alla salute di Personal Report!

    scritto da Gianmarco il 10 novembre 2010 alle 00:25

  2. Gran bel post, grazie. Solo una (piccola) precisazione: AMC è un canale basic cable, via cavo ma che non richiede costi aggiuntivi (come TNT, ABC Family ecc.), mentre HBO e Showtime richiedono allo spettatore che vuole vedere il canale una fee supplementare. Di qui (anche) si spiegano i numeri maggiori di The Walking Dead rispetto, chessò, a True Blood.

    scritto da Luca il 10 novembre 2010 alle 16:49

  3. Grazie mille, bella svista.

    scritto da Pier Mauro il 11 novembre 2010 alle 00:51

  4. io c'ero.

    scritto da goldie il 11 novembre 2010 alle 20:43

  5. [...] La risposta alla brutta televisione è di tre lettere: AMC | Personal Report [...]

    pingback dal sito That’s the net, baby. (20 gennaio 2011) | Storia di un Minuto il 20 gennaio 2011 alle 18:14

  6. [...] cavo che tra Mad Men, Breaking Bad, Rubicon e The walking dead ha mandato in onda buona parte delle migliori ore televisive degli ultimi [...]

    pingback dal sito The Killing, la prima bella serie tv dell’anno | Personal Report il 8 aprile 2011 alle 12:41

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