12 dicembre 2011
Quanto è difficile fare un cheeseburger da zero?
Waldo Jaquith ci ha provato e ha scoperto una cosa interessante
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26 luglio 2010
Dopo che ho letto PIG 05049 fare la spesa è diventato molto più complicato. Perché evitare di mangiare la carne è facile, la vedi, la guardi, dici di no e prendi pomodori e cetrioli. Ma i prodotti animali (no, non il latte e le uova, ma gli scarti della macellazione) si infilano ovunque. Esempio banale? Lo strutto. Esempio meno banale? I pennelli. E non solo al supermercato. Christien Meindertsma, designer e artista olandese, ha passato tre anni a inseguire e a fotografare tutti gli oggetti che contengono o che vengono creati a partire da pezzi di un singolo maiale. 185 prodotti diversi, divisi per categorie di provenienza (pelle, carne, grasso, capelli, sangue, etc…) riprodotti sul libro in scala 1:1. E, dai proiettili alle maschere di bellezza, dal burro low-fat alla vernice, dai pastelli alla copertina stessa del volume, la lista dei cose fatte o contenenti parti del suino è incredibile.
Quando chiedono a Christien quale sia l’idea dietro al libro lei risponde sempre che non è uno strano e perverso amore per i maiali ad averla guidata ma piuttosto la voglia di dimostrare che non sappiamo niente di come e di che cosa siano fatti gli oggetti che usiamo tutti i giorni e che se ci vogliamo prendere cura veramente delle risorse – naturali e umane – dietro ad essi dobbiamo sapere di più, molto di più delle loro storie.
Sfogliare le quasi duecento pagine del libro è un’esperienza strana, a cavallo tra la follia tassonomica e la rassicurante sensazione nel vedere che – davvero – non buttiamo via niente.
Christien ha presentato PIG 05049 in questi giorni a TED Global, qui c’è un video di quando ne ha parlato a TEDxAmsterdam e qui di quando le hanno conferito il premio INDEX. Il libro è in vendita su Amazon ed è nella collezione del MoMA.Le fotografie vengono dal sito dell’artista.
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