25 luglio 2012
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14 aprile 2009
Se dovete fare un regalo a un amico aspirante regista, a un altro aspirante attore, e a un altro ancora aspirante sceneggiatore, potete cavarvela egregiamente regalando a tutti e tre lo stesso libro: I tre usi del coltello, di David Mamet. Dentro c’è tutto ciò che ai vostri amici serve sapere per esercitare le loro professioni.
David Mamet è uno dei più talentuosi drammaturghi contemporanei, occasionalmente anche cineasta, ma sopratutto mente brillante come poche. I tre usi del coltello è un’agile raccolta di saggi, suddivisi in tre parti. La prima: come raccontare una storia; la seconda: come dirigere una storia; la terza: come recitare una storia.
Mamet riesce a raccontarti in due frasi (sempre interessanti, spesso anche divertenti) quello che un manuale ti spiega in due capitoli. E lo fa passando con disinvoltura da Aristotele alla psicanalisi, dagli aneddoti personali all’antropologia e alla politica. Incredibilmente, arrivi alla fine di questo giro di giostra e hai capito tutto.
Se siete fan delle “scuole” e delle “accademie” (di scrittura, regia o recitazione) potreste anche arrabbiarvi. E vi farà un gran bene, credetemi. Ad esempio, un attore potrebbe avere un sussulto leggendo affermazioni come:
“La memoria emotiva, la memoria sensoriale e tutti i principi su cui si basa il Metodo, compresa la trilogia di Stanislavskij, sono una manica di fesserie. Questo metodo non funziona; non può essere messo in pratica; nei suoi fondamenti teorici, nella sua struttura e nella sua presunta esecuzione non è altro che un eccesso di zelo – è inutile quanto insegnare a un pilota a battere le braccia quando è in cabina di pilotaggio per tenere in aria l’aereo”.
E questo è niente!
I tre usi del coltello è edito da Minimum Fax, consta di 320 pagine, al ragionevole prezzo di 13 euro. Buona lettura e buon divertimento.
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