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21 giugno 2012

Cyberpunk ecologico: una struttura a misura d’uomo e di sole

Il fototropismo è un fenomeno naturale al quale assistiamo quotidianamente, anche quando non lo stiamo osservando: consiste nel moto di alcune piante in risposta ad uno stimolo luminoso, per lo più quello solare, che ne indirizza la crescita e lo sviluppo. Qualcosa di paragonabile al fototropismo – un evento più intuitivo a cogliersi, benché differente – è l’eliotropismo, cioè  la caratteristica risposta meccanica dei girasoli allo spostamento della luce solare nel corso del giorno. Esistono in natura altri tipi di comportamento simile (fototassia, fotonastia), ciascuno con le sue particolarità, tutti collegati da un comune elemento: la luce del sole.

Questi fenomeni sono facilmente spiegabili in una prospettiva evoluzionistica come risposta al bisogno vitale di luce degli organismi vegetali. La luce del sole, tuttavia, è un elemento sempre più importante anche per l’essere umano, al di là dell’agricoltura e del rispetto dei cicli circadiani: in molti paesi industrializzati il sole si sta affermando sempre più quale fonte energetica alternativa privilegiata. Uno dei motivi di questo successo, lasciando da parte l’economia e la politica energetica, deriva dalla commistione di competenze richieste in questo campo: ingegneria dei microtransistor, chimica del silicio, architettura dei paesaggi…

Il Politecnico Federale di Zurigo ha recentemente posto nelle mani del suo centro di ricerca sperimentale un progetto che porta avanti quest’idea di competenze condivise su un piano quasi utopico: creare spazi integrati con la presenza umana e alimentati dalla luce solare.
Il progetto Phototropia si occupa proprio di questo. Integrare architettura, ricerca dei materiali ed energia solare in una struttura a misura d’uomo, che cioè reagisca alla presenza di un corpo umano così come alla presenza di luce: il risultato è a metà fra il design più moderno e una selva cyberpunk di animali meccanici. In un video diffuso ad aprile si può vedere una sintesi del processo di costruzione di Phototropia con elementi di alta precisione accanto a bioplastiche preparate “in casa”, nonché un esempio del suo funzionamento.

In Phototropia è presente anche un po’ di Italia, dal momento che Karmen Franinović, docente al Politecnico di Zurigo e responsabile del progetto, è laureata all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e ha conseguito un Master presso l’Interaction Design Institute di Ivrea. Alcuni stadi della creazione di Phototropia si possono consultare nel blog ufficiale del MAS CAAD (Master of Advanced Studies – Computer Aided Architectural Design), mentre su Vimeo c’è video di mezz’ora con la presentazione del progetto.

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