29 giugno 2012
Come abbiamo usato il colore nell’ultimo secolo secondo la storia del cinema
Vijay Pandurangan ha realizzato un'infografica che riassume l'uso del colore nelle locandine cinematografiche dal 1914 a oggi
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22 luglio 2011
Vi avevo parlato tempo fa di Movie Titles Collection, un sito curato da Christian Annyas che contiene un ricchissimo archivio di titoli di testa. Tutto in ordine per anno, per genere cinematografico e, più raramente, raggruppati secondo tematiche ben precise, come nel caso, appunto, della tipografia di Godard.
«Per me guardare i film di Jean-Luc Godard è come guardare uno di quei quadri bianchi di Rauschenberg oppure ascoltare il silenzio di John Cage: non è qualcosa che faccio perché mi piace. Sono rilevanti da un punto di vista storico perché hanno infranto tutte le regole, ma non provo piacere a guardarli”. Proprio per questa insofferenza di Christian Annyas al cinema del regista francese, sul sito di Movie Title Collection i film di Godard erano quasi del tutto assenti. Poi, il 3 dicembre 2010, c’è stato il regalo dello studio di graphic design Atelier Carvalho Bernau per l’ottantesimo compleanno di Godard: un carattere ispirato ai titoli di “Due o tre cose che so di lei”. Dopo averlo scoperto Christian Annyas si è appassionato al tema e ha cominciato a scaricare film, salvare le schermate e caricare tutto in una sezione del sito con titoli di testa e sequenze di chiusura.
È un lavoro che va avanti da mesi e c’è già moltissimo da vedere. Vi accorgerete che la tipografia di Godard è manuale e materica, fatta di forme imprecise, spaziature imperfette e giustificazioni al limite del leggibile, tutto accompagnato da un elegantissimo uso del colore. Insomma buona visione, e se non l’avete già fatto mettete Movie Titles Collection tra i preferiti.
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