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18 ottobre 2009
Gipi Deluxe Live Show
La signora bionda si alza per farmi passare brontolando qualcosa di non bello, d’altronde quello oltre il suo è uno dei pochi posti rimasti liberi in platea. Mi siedo soddisfatto per averla fatta scomodare e mi guardo intorno, cerco di capire che facce hanno i fan di Gipi. Due file più avanti c’è una giovane coppia che ha deciso di portarsi anche il figlioletto di cinque anni: è il segno palese che non hanno letto La mia vita disegnata male, magari per godersi al meglio l’interpretazione di Gipi. Il fatto è che, per capirci, potrebbe comodamente far parte dell’Indice dei fumetti proibiti 2008 della Binetti. Comunque stasera il bambino si divertirà, capirà un decimo di quello che verrà raccontato ma la voce di Topolino e del dott. Controluce lo faranno scompisciare; i suoi genitori daranno la colpa a questa serata quando, tra dieci anni, troveranno un pacchetto di sigarette nel suo zaino.
Tra le mani ho la mia copia del fumetto (una graphic novel per esser precisi), è un regalo. Sarà stata l’ultima settimana dell’agosto scorso, bevevo una birra con un amico nel solito pub vicino a casa quando è piombata dentro mia sorella. Era appena tornata da un concerto della festa del PD. Mezz’ora prima mi aveva mandato un messaggio in cui mi chiedeva quali “fumetti” avevo a casa, perchè la sua amica avrebbe voluto leggerne qualcuno. In realtà voleva sapere se avevo già LMVDM per poterlo comprare a una bancarella e regalarmelo. Non è riuscita a trattenersi e me l’ha dato appena mi ha visto, in mezzo al locale.
Guido è seduto una quindicina di posti più in là, richiamo la sua attenzione sventolando il libro in aria bullandomi del fatto che io potrò seguire la lettura guardando anche le figure. Poco dopo Gipi esce da dietro le quinte tra gli applausi, giustamente si fa buio in sala e io rimetto il libro nello zaino. Prendono posizione anche i componenti della band che accompagnerà la lettura: Luca Giovacchini alla chitarra, Matteo Sodini alla batteria e Paolo “Peewee” Durante alle tastiere. Entra anche Giovanni De Mauro che introduce e se ne va. Applausi e poi silenzio.
— Di niente mi interesso ora. Ciechi gli occhi e pure muti gli orecchi e pure. Voglio solo fumare. Voglio solo fumare il fumabile. Voglio un divano oceanico.
Parte una musica malinconica e dolce che durerà due minuti. Gipi si allontana dal microfono e passeggia sul palco, sotto i riflettori sembra ancora più magro che in foto. Non riesco a capire se sia a suo agio, sembra di sì ma ho l’impressione che ci stia immaginando tutti nudi. Dopo un po’ si sovrappone alla musica e comincia ad interpretare sé stesso, protagonista di LMVDM, e, cambiando un po’ la voce, anche i personaggi secondari. Racconterà le prime venti pagine e improvviserà le sei successive come regalo per l’occasione.
Per spiegare al dott. Controluce perché prende solo mezzo Moment per il mal di testa ripercorre la sua adolescenza sballata. Lui ha davvero talento, ha la battuta pronta e si prende in giro volentieri. Si ride (molto, molto), a volte amaramente, e ci si impressiona. Racconta minuziosamente gli effetti delle sostanze che si è calato, usa la musica per coinvolgerci nello stordimento da Anestesolo, riesce ad impappinare i pensieri ripetendo all’infinito la stessa frase. Racconta del suo primo tentativo di suicidio. Ride poco mentre ne parla, a volte appoggia un braccio sotto il naso e temo che voglia vomitare. Lo farà, ma per finta. Complice il buio mi lascio anche commuovere, nonostante sappia come va la storia, ma è come se non avessi letto il libro.
In questo stupendo garbuglio di poesia, ironia e cinismo il confine tra realtà e invenzione è labile, lui stesso fa capire che LMVDM non è un’autobiografia in forma canonica. Di certo c’è che a volte “impazzisce” davvero ma è felice perchè è qualche mese che non gli succede più. Ho visto un’intervista in cui spiega di non essere il mitologico artista che produce sull’onda del tormento, come qualcuno pensa, anzi nei momenti di disperazione l’ultima cosa a cui pensa è il disegno. Che onestà.
Gipi e band spariscono seguiti dagli applausi fortissimi, si riaccendono le luci. Prima di alzarmi aspetto che esca la signora bionda, che per tutto il tempo ha pensato bene di ridere totalmente a caso e ad altissimo volume. Sono irrequieto, voglio parlare dello spettacolo con qualcuno. Guido si avvicina, mi mostra il vasetto di Inutilene che Gipi aveva lanciato tra il pubblico e quasi senza rendermene conto mi ritrovo con lui sul palco cercando di entrare dietro le quinte. Giustamente veniamo cacciati. Usciamo dal teatro e troviamo l’entrata per gli artisti. Il portinaio ci blocca bruscamente, noi sfoderiamo l’accredito magico, lui si trasforma in un affabile agnellino e ci lascia entrare. Gipi è seduto e firma autografi. Arriva il nostro turno, gli parlo scambiando il posto alle parole per l’agitazione ma lui capisce comunque e disegna questo:
Per le ventiquattr’ore successive mi trattengo a fatica, cerco di parlare dello spettacolo appena ne ho l’occasione e capisco perchè mia sorella aveva tanta fretta di regalarmi il libro: era successa la stessa cosa molesta quest’estate quando avevo finito di leggere Appunti per una storia di guerra e probabilmente aveva cercato di mettermi a tacere per un po’. In ogni caso grazie Sonia.
PS. Qui Gipi a volte segnala quando sono le sue prossime letture, se vi interessa tenetelo d’occhio.
Ci sono 3 commenti
Che dire? Invidia, tanta invidia. :)
scritto da Mirko il 18 ottobre 2009 alle 18:56
complimenti!!
scritto da mad il 19 ottobre 2009 alle 11:54
[...] la mia mente torna a un anno fa, alla messa in scena de La Mia Vita Disegnata Male qui a Ferrara al Teatro Comunale. Non si fa? [...]
pingback dal sito ...Gipi? | Personal Report il 22 ottobre 2010 alle 01:56